Forse dovremmo ritornare…

 Forse dovremmo ritornare…

unsplash-logoLaura Fuhrman

Forse dovremmo ritornare…

Un passo indietro, due passi indietro, cento passi indietro, fino a quel punto in cui le cose hanno cominciato a sfuggirci di mano.

Perché qualcosa ci è scappato di mano, questo è sicuro.

Guardo la realtà che mi circonda ed è per me così evidente che in questo continuo cercare di andare avanti in un imprecisato futuro fatto di un possibile “non futuro”, abbiamo smarrito tante cose.

Ognuno nella sua minuta esistenza, ha contribuito a disperdere, una alla volta, tante cose preziose che erano state costruite sulla voglia e la necessità di migliorare il precedente orrido mondo fatto di guerra.
Freneticamente ma anche superficialmente continuiamo a cercare avanti la soluzione a problemi diventati ormai così urgenti da non accorgerci che il futuro è alle nostre spalle.

La stanza delle nostre ansie è stracolma, la presunzione, nonostante tutto, di essere invincibili è ai massimi livelli, la banalità e il pensiero semplicistico si propagano più del monossido di carbonio nelle nostre vite tanto da farmi pensare che si dovrebbero istituire delle domeniche ecologiche del pensiero e dei sentimenti.

Insieme al blocco delle macchine dovremmo attuare il blocco della stupidità, della demagogia, della violenza, delle recrudescenze ideologiche nefaste, degli insulti, delle offese, dei cattivi pensieri che fanno cattive azioni, delle male parole che diventano fatti “fatti male”, della prepotenza, della economia capitalista e del denaro assoldato per combattere tutte le guerre e armato fino ai denti, di mitra e armi a volte, di carte di credito e speculazioni altre volte, spesso insieme, della disinformazione personale e dell’informazione manipolata per catturare e guidare le nostre paure spostate continuamente su un fatto e su un altro e un altro ancora con lo scopo finale di renderci genericamente ansiosi e preoccupati in una scala di priorità che si sposta continuamente e che ci rende impossibile la vita.

Un blocco al giorno, obbligatorio, per vedere di nascosto l’effetto che fa.

Per ripensare e ritornare alle buone cose di cui abbiamo ancora memoria, ché siamo l’ultima generazione che le ricorderà.

Perché oggi abbiamo il vantaggio di poter scegliere, tra le tante, tutte quelle cose che avevano un senso, che erano buone cose, buoni pensieri, bei sentimenti, ricreandoli con la nuova linfa della conoscenza e dell’esperienza.

Ma lo so!

Io sono una inguaribile romantica e in questa umanità, anche se spesso mi sta sul ca%%o, ancora ci credo e spero che ogni singolo nastro di ogni piccola esistenza si riavvolga un passo indietro, due passi indietro, cento passi indietro, fino a quel punto in cui le cose belle della nostra vita potranno ritornare.

Forse dovremmo ritornare!

A farci bene.

di Sandra Catalano (20 febbraio 2020) – (© Tutti i diritti riservati)

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